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Molto spesso le occasioni di vacanza o gita fuori porta sono legate a motivi culturali: unire il proprio tempo libero ad occasioni di arricchimento personale è motivo di grande soddisfazione.

Ma capita anche che gli uomini d’affari, nelle proprie trasferte di lavoro abbiano qualche ritaglio di tempo libero, e anche in questo caso spesso è ben considerata un’occasione di investimento in cultura, un modo per arricchire la propria esperienza di lavoro in un’altra città.

Tra le città italiane che propongono grandi occasioni di”investimento” non solo economico ma anche culturale, Verona è certamente una delle più sorpendenti, perchè nasconde angoli inaspettati che ci aprono ad una visione diversa della realtà. Come il Giardino Giusti.

Perché suggeriamo Giardino Giusti come pausa di valore a Verona?

Innanzitutto già il luogo in cui è collocato ci stupisce: già nell’avvicinarci ai giardini, avvertiamo i rumori del traffico di via Santa Maria in Organo allontanarsi, e Giardino Giusti ci appare subito uno dei più incantevoli e protetti luoghi di Verona, uno spazio naturale capace di donare ispirazione e quel giusto “quid” che ci rinnova nel vivere e nel fare quotidiano.

Si potrebbe dire che si tratta di un luogo ideale dove arricchire il proprio bagaglio culturale.  Tuttavia questa dimensione culturale è solo un primo aspetto del Giardino Giusti.

Cosa ci sarà mai in quel luogo dunque?

Giardino Giusti, una pausa di valore a Verona

Si potrebbe dire che in fondo si tratta di un giardino e basta, ma non è proprio così.
In questo luogo capita spesso di trovare silenziosi gruppi stranieri  o singoli viaggiatori che desiderano approfittarne della magia del luogo  per cogliere una delle esperienze più profonde del comprendere il valore di un soggiorno a Verona. Questo giardino rinascimentale offre occasioni di ispirazione, di riequilibrio, di rigenerazione, una vera pausa di valore nel ritmo incalzante delle proprie giornate.

Il parco con le statue

Il parco con le statue

Che cosa rende così unico Giardino Giusti?

Visitato e celebrato nei secoli da illustri personaggi della storia e della cultura (tra cui Cosimo De’ Medici, De Brosses, Addison, l’imperatore Giuseppe II, Goethe, Mozart, Carlo Felice di Savoia, Suares e Gabriel Faure), questo giardino costituisce, con il contiguo palazzo cinquecentesco, un complesso urbano di grande interesse e bellezza.

La loro storia è antica: i “Giardini” giacciono proprio dietro un antico palazzo in stile manieristico costruito nel XVI° secolo con un classico impianto ad “U”. Quindi, insieme al giardino, considerato uno degli esempi più belli di giardino all’italiana, il complesso protegge l’atmosfera idilliaca di questo spazio naturale rigovernato dalla mano dell’uomo nei secoli. Creato già alla fine del 1400 il giardino si presenta oggi nella struttura originaria concepita da Agostino Giusti, cavaliere della Repubblica Veneta e gentiluomo del Granduca di Toscana. A quel tempo lo studio della natura di un giardino doveva rispondere a precise regole che potessero rispondere ai bisogni meditativi di persone di comando e di potere e non solo per diletto come siamo abituati ad immaginare oggi.

Giardino Giusti, una pausa di valore a Verona

La struttura di questo giardino è stata modificata più volte nei secoli, ma sempre facendo attenzione a conservare il disegno e le forme originarie: progettato come sfondo del palazzo Giusti il giardino sfrutta il terreno a terrazzamenti che doveva rivelare la città allo sguardo un poco alla volta, secondo un percorso preordinato.

entrata

Ingresso

La sua parte più antica fu impostata geometricamente vicino alle fonti d’acqua – consentendo così che l’area venisse circondata e chiusa da una fila di cipressi. Un grande “hortus conclusus” posto di fronte all’atrio cinquecentesco apre la vista ad un viale di cipressi divenuto famoso e che si inerpica fino ad una grotta a stalattiti, sovrastata da un mascherone costruito in modo da poter emettere dalla bocca lingue di fuoco.

Dal belvedere che corona in alto il mascherone si gode uno dei più suggestivi panorami di Verona. Questo giardino conserva importanti collezioni di fiori e di reperti romani e tracce di alcuni viaggiatori importanti avvenute nei secoli come il monumentale cipresso di Goethe.

L’intera struttura è suddivisa in zone, le più importanti delle quali sono riposte a oriente e a occidente, proprio dove sorge e dove cala il sole.

Il ripetersi delle forme di aiuole e di motivi vegetali lascia intendere a chi sa osservare che l’intero Giardino nasconde un mondo fatto di allegorie e simboli dai quali si comprende che quello spazio racconta una visione del mondo ricca di fascino. In una zona troviamo per esempio aiuole quadrangolari affiancate da un viale alberato, una vasca con una fontana in cui sono scolpiti dei delfini, simbolo di rigenerazione, una statua raffigurante Minerva, dea che rappresenta la ragione, un’altra che raffigura Apollo, divinità che incarna lo spirito radiante della vita.

Giardino Giusti, una pausa di valore a Verona

Il Labirinto

L’intero Giardino, conserva intatte tutte le originarie strutture cinquecentesche: fontane, grotte acustiche, pergole, bossi all’italiana, statue e soprattutto un labirinto di tracciato complesso, che è segnalato tra i più antichi d’Europa.

Ognuno di questi aspetti decorativi cela in sé un significato importante, che per l’uomo rinascimentale era l’occasione per riflettere sul come aprirsi al mondo che cambia.
Né più né meno come oggi ci si appresta a fare nel vivere quotidiano,  scosso da mille sollecitudini .

Giardino Giusti, una pausa di valore a Verona

Nel 1500 non c’era Internet, ma la rivoluzione culturale rispetto al passato non era di certo da meno rispetto a quella che si affronta oggi in epoca di globalizzazione e di cambiamenti repentini.
Eppure esistono momenti e luoghi in cui i principi non cambiano.
E quando siamo pronti a coglierli, ecco che il nostro Bel Paese riserva per noi qualcosa di inaspettato.

Un luogo dove ritrovare il senso del nostro fare e agire. Un luogo come Giardino Giusti.

(MC)

Fonti: Ufficio UNESCO – Comune di Verona, Foto di: Domenico Zugliani, InGarda, Veronanet

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